IL MALLOPPO
di Joe Orton
Traduzione di Edoardo Erba
con Gianfelice Imparato, Marina Massironi, Valerio Santoro, Giuseppe Brunetti, Davide Cirri
regia di Francesco Saponaro
scene Luigi Ferrigno
costumi Anna Verde
disegno Luci Antonio Molinaro
Il Malloppo di Joe Orton è una dark comedy dai toni farseschi e dalla comicità dissacrante. Il dialogo serrato, iperbolico e surreale, mutuato dal teatro dell’assurdo mette in campo una critica spietata alla società inglese degli anni Sessanta. Ma Orton, con il suo stile anarchico, contro le forme della “buona società borghese”, anticipa i toni della cultura underground e della rivoluzione punk.
McLeavy è un padre di famiglia timorato di Dio, morigerato e conformista, vedovo da appena tre giorni. Hal è il figlio degenere che sogna di investire i profitti illeciti in un casino di appuntamenti. Dennis, impiegato in un’agenzia di pompe funebri, è il complice del furto in banca con scasso con il suo amico d’infanzia Hal. Fay è una scaltra infermiera senza scrupoli che ha fatto fuori sette mariti ed è sempre a caccia di sistemazione. Truscott è un poliziotto sui generis, abile nell’arte del travestimento, garante della legge ma tronfio di aggressività e nonsense. E poi c’è il corpo imbalsamato della defunta signora McLeavy che viene sballottata di qua e di là insieme alla refurtiva.
I personaggi, tutti molto fanatici, dall’estremismo criminale dei giovani all’atteggiamento reazionario degli adulti, danno vita a uno scontro tra generazioni senza esclusione di colpi; decisamente attuale se confrontiamo la vicenda con la realtà dei nostri giorni.
Il rituale della celebrazione funebre e del matrimonio, il fideismo religioso, la legalità e la giustizia vengono spogliati del loro significato profondo per lasciare spazio ai desideri morbosi che le convenzioni borghesi vogliono reprimere e tenere nascosti.
Certo si tratta di una commedia tutta da ridere, ma Il Malloppo non è soltanto questo. “È un incubo freudiano” – dice il giovane Hal che sistema il corpo della madre in un armadio, per poi nascondere i soldi rubati nella bara della defunta. Orton, con il suo humor sottile e corrosivo, ci spinge a mostrare lo scandalo dei “fantasmi nascosti negli armadi”.
Francesco Saponaro